L’ombra del Taraboseh 189 * Di là dal lago, in faccia a noi, la posizione di Grada dove fu il quartier generale del Re, e dalla quale le batterie montenegrine spararono tante volte a proteggere le disperate cariche alla baionetta tentate dai soldati di Re Nicola nella pianura di Stoi. La quale si apre dinanzi alla città, nella palude rasa d’alberi per opera dei turchi che potevano falciare cosi gli audaci assalitori in campo scoperto. Ma più oltre, quasi alle spalle della città, il lungo dosso di Bardanjoli — un Taraboseh in miniatura — preso e ripreso tante volte dai montenegrini, fulminanti di là le prime case di Scutari. E oltre Rardanjoli ancora, continuando lo svolgersi del largo giro (la visione è nitida come su una carta) la posizione di Brdica dove l’audacia serba gareggiò con quella mon-tenegrina. Quasi al cèntro del circolo di resistenza turco sta la collinetta di Tepé, dove Essad Pascià, il fierissimo difensore, aveva la sua residenza; la rocca veneta scompare nel vasto giro come un’antica difesa impari ai giganteschi duelli delle artiglierie d’oggi. E il cerchio degli assalitori continua di qua