La guerra grande fortezza turca lasciata alle spalle dai bulgari nei primi giorni con ottimo e modernissimo criterio strategico — e in un mese preciso di campagna si può dire esaurito il compito strategico degli offensori che stringono da vicino le due sole città rimaste al nemico. Non meno abili e fortunati sono nello stesso periodo i serbi, i quali anzi riescono a compiere definitivamente la guerra in quaranta giorni occupando fino all’ultima zona di territorio nemico e non incontrando sul loro passaggio nessuna piazza forte. I serbi, dopo aver preso contatto con i montenegrini nel Sangiaccato di Novi-Bazar e con le divisioni indipendenti bulgare nelle montagne dei Rodopi, investono la cosi detta armata turca dell’Est col loro nucleo principale, agli ordini del principe Alessandro e del maresciallo Pulnik : il 23 e il 24 ottobre gli infliggono una tremenda rotta sui campi di Kumanovo, ed il 26 entrano con le avanguardie ad Uskub — l’antica capitale della Vecchia Serbia. Dopo nuovi combattimenti nelle paludi davanti a Monastir, anche questa città importantissima al confine albanese-macedone, è occupata dai serbi il 18 novembre, ed allora all’esercito vincitore non rimane che piegare verso occidente ed affermare con l’occupazione di Durazzo (27 novembre) il diritto serbo all’Adriatico. Esaurito il compito, i serbi mandano rinforzi ai bulgari