44 MONTENEGRO — Lei non è dunque, Eccellenza, ottimista? — Non devo esserlo. Ripeto francamente che il Montenegro vuole agire soltanto per far riconoscere i suoi diritti. Rimane a vedere che cosa vogliano fare per noi le Potenze, e sopra tutto quale sia l’atteggiamento della Turchia, del nuovo governo che noi non conosciamo. Non possiamo sapere neppure se vi sia malafede voluta da parte dei turchi, e non dobbiamo ritenerlo: ma possiamo credere che il governo turco in questi momenti non sia in grado di mantenere l’ordine nei distretti vicini al confine, e non possiamo lasciare che siano continuamente turbate le nostre popolazioni.... — Il generale Martinovic si è levato, mi ha steso la mano ed è rientrato nel suo gabinetto di lavoro: preparava i piani di mobilitazione. Fuori della porta due o tre rifugiali albanesi con la càpiza bianca fra le mani, attendevano di parlare col ministro. * Il colloquio, che ho riferito testualmente e che si è svolto al Palazzo del Governo nel pomeriggio del 19 agosto 1912, non lasciava esitazioni di sorta: se all'indomani le potenze aves-vero risposto disinteressandosi della questione o se un nuovo massacro oltre confine avesse