58 a:ONTKNEGRO fittizio che il « concerto europeo » vorrebbe instaurare a Cettigne, non può non essere — per un osservatore che vi capiti d’improvviso — lievemente comico. È tutto questione di proporzioni. Una quindicina di Eccellenze in una città di cinquemila abitanti ; quattro palazzi sovrani in una capitale dove si contano sulle dita gli edifici con due piani, sembrano troppi ... Non lo sono notate bene — poiché una capitale, anche se piccola capitale in un piccolo regno, deve sempre apparire tale ; ma non è neppur colpa dell’osservatore se il nocciolo è cresciuto smisuratamente in una pesca che ha poca polpa: soda, ma poca. Si vengon pensando queste cose mentre la banda dei molto-decorati musicanti suona nel giardinetto pubblico; mentre le principesse ritornano dal Belvedere al tennis della principessa Militza. Questa sera i ministri esteri, che ora stanno facendo la corte alle signore o sorbendo il thè, telegraferanno ai loro governi che lo stato d’animo del paese è sempre eccitato (ed è vero), ma che si può coniare sulla ragionevolezza dei dirigenti. Nei circoli dèlia capitale (i caffè della via maestra) e negli ambienti di corte (la pelouse davanti al palazzo di Danilo) si spera fondatamente che le complicazioni saranno evitate. (E probabilmente i diplomatici si ingannano.) Eppure tutti soffrono di questa imposizione