L’agonia turca al campo di Fieri 157 Potenze, da quella magica divinità che in Albania è tutto. Per la contrada circolano i gendarmi del Governo provvisorio insieme con quelli che il corpo turco del Vardar aveva con sè e che mantiene nel loro ufficio. I giornalisti italiani che attraversano la regione non possono non osservare la singolarità della situazione, e — quel che più conta — ricevono cortesie dagli albanesi e dai turchi, e gli uni hanno l’aria di proteggerli dagli altri. L’Albania d’oggi è, più che mai, un enigma. E in questo punto — si diceva a Valona —- è un enigma pericoloso. L’armata di Ali Riza e di Giavid Pascià sembrava incombere ad ogni ora sulla capitale provvisoria. Poiché Maometto non è venuto alla montagna (siamo in terra orientale e i paragoni del Corano si addicono), la montagna è andata a Maometto. La montagna, in questo caso, siamo stati noi che dal mar di Valona ci siamo recati nell’interno incontro alla possibile minaccia turca. * Quando è trapelato nei circoli della capitale provvisoria, che con i bravi colleglli Martini e Molinari s’erano compiuti i preparativi della gita a Fieri con requisizioni di cavalli e di pane, il plotoncino giornalistico ci si è stretto intorno ed è partito con noi. La ca-