Vigilie serbe 115 Alla vigilia della grande ora dunque, il risultato secondo giustizia è sicuro. Per la prima volta nella penisola straziata una comune volontà d’agire trionfa. * I Dalle montagne sul lago di Scutari al piano vasto di Filippopoli ho visto da presso la minaccia turca su tutte le frontiere. La minaccia avrà termine. Questa sera guardo dalla mia finestra il Danubio correre sotto la luna pallida che non riesce a vincere le prime foschie dell’autunno. Per la via passano alcuni villani della vecchia Serbiate dicono la leggenda antica di Marco Craglievic che mi è ormai nota: «Dopo l’ultima battaglia, il Signore Iddio inviò a lui che ne lo pregava, un sonno possente: un sonno che non si romperà se non quando gli cadrà da sola la spada fuor del fodero. Ed ecco, si ode il suo cavallo nitrire; e la spada è già mezza fuor dalla guaina. » Passano i villani e incontrano alcuni lavoratori greci, che raggiungono la loro piccola patria e saranno domani forse contro il comune nemico. I fratelli del settentrione, i serbi, per la prima volta li salutano fratelli. E i greci si allon-