PRIMA GUERRA BALCANICA difende l’angolo morto sottostante al terrazzo superiore, al quale è affidata la difesa lontana. Sul terrazzo superiore, detto « Megalos Bizani « sorgono tre batterie di calcestruzzo, defilate dietro la cresta. Però due non sono ultimate e resteranno disarmate, la terza racchiude quattro pezzi. Sul dosso sono distribuiti dieci appostamenti, scavati normalmente sul rovescio e qualcuno in contropendenza. Proteggono le postazioni di artiglieria due linee di trincee, coperte da reticolato nei punti dove il terreno è più accessibile. Le trincee sono poco robuste e piuttosto visibili, i parapetti in pietrisco e sacchi a terra hanno una consistenza modesta. I blindamenti dei ricoveri sono deboli. Sul rovescio di Megalos Bizani sono scavati ricoveri e cisterne. L’armamento dei due Bizani comprende tre batterie leggere e tre di medio calibro. La direttrice di tiro è rivolta verso sud ma molti pezzi possono battere anche altre direzioni. Fiancheggiano ad occidente le posizioni di Bizani le colline di quota 750 Aja ev Sv. Nikola, munite di trincee dietro le quali sono piazzati alcuni pezzi da campagna, con direttrici di tiro a sud e sud-ovest. La dorsale di Duruti è armata di due batterie leggere ed una da 120. Il settore occidentale è debolmente presidiato. Il settore orientale comprende una batteria a Perama, una in calce-struzzo (due pezzi) sull’isolotto di Nisi, nel lago di Ioannina, una batteria sulla collina di Kastrica. Il settore forte, dunque, è il meridionale. Poco vulnerabile, grazie alla natura del terreno che impaccia i traini dell’artiglieria, è il settore orientale. In complesso la piazza più che alla robustezza delle opere, si affida al terreno che ostacola il traino e lo spiegamento delle artiglierie dell’attaccante. Sulla forza del presidio le cifre sono incerte: colle bande albanesi forse raggiungeva forse i 12 mila uomini. I greci parlano di 102 pezzi. Nella seconda metà del novembre i resti dell’armata del Vardar riparano a Le-skovik e Berat. 210