104 SERBIA tato con arbusti bassi e radi. Un nuovo Ko-nak sta sorgendo in faccia a quello ch’egli abita attualmente. Il giardinetto triste sta fra i due palazzi. Davanti, le sentinelle rigide con lo sguardo fisso sulla grande strada di Bel-grado; dietro, un parco vasto e ombroso. E oltre il muro di cinta del parco, nella direzione del Danubio non lontano, la chiesa dove furono sepolti gli Obrenovic trucidati. La Serbia è rimasta col suo Re, che non è uomo di imposizioni violente, e col suo ministro a vita. Tutto il paese riproduce l’impressione che si ha considerando le vicende del suo governo e della sua monarchia. Pare che sulla Serbia gravi, innominata e indefinibile, la fatalità. Soltanto la guerra potrà dare un più alto tono vitale alla Serbia, insegnarle a guardare sulla via dell’avvenire. La Serbia — ormai la notizia è sicura — si stringerà saldamente alla Bulgaria, ne seguirà l’esempio. E Re Pietro, che ha pure al suo attivo la nobile pagina della campagna serba del 1877, saprà rimanere nell’ombra per fare il suo dovere accanto allo Zar Ferdinando che sta nella luce delle armi.