20 MONTENEGRO a bordo, ovunque — mi pare di venire quaggiù come un esule, a cercare altra gente che non è la nostra, ad ascoltare altre voci di guerra. Sono a bordo di un piroscafo austriaco, carico a prua di passeggeri ottomani che sbarcheranno in Albania. Circondato da estranei, sento soltanto nei momenti di manovra i comandi dati in italiano dai marinai che dovrebbero essere austriaci e sono veneti : — Mol-la! Agguanta! L’Adriatico è il mare nel quale dobbiamo sentirci ancora umili. Nel passato.... Ma che importa il passato? Si lascia Trieste quasi a sera, coronata di baleni, segnata nella ferru-gigna costa come nell’ode carducciana. Mira-mare bianchissima scompare nella foschia della calda ora d’agosto, porta lontano con sè il primo fantasma : Massimiliano, il fiore della stanca schiatta imperiale che tentò nuove vie per rinnovare sè e la sua gente e il suo destino ; Massimiliano che voleva per la sua stanca gente la nuova storia, e che non trovò se non la sua tragedia. 1 comuni istriani stesi lungo la costa che fu ben detta una tenace foglia d’edera avvinta alla gran madre, s’irraggiano di luce — l’uno presso l’altro — nell’ultima ora di sole ; balenano come arsi da un incendio, scompaiono nell’ombra. Ecco Isola, così tenacemente veneta che volle morto nel 1797 il podestà an-