LA PRIMA FASE DELLE OPERAZIONI SERBE sostiene efficacemente la divisione gemella e la libera da una situazione preoccupante; la divisione di cavalleria si porta ad oriente della Pcinja, sale sul monte Orlovac e punta sul villaggio di Vojnik per parare l’aggiramento turco. La destra turca si accanisce contro i battaglioni danubiani, ma ormai quest’ala turca è minacciata a sinistra dalla divisione Drina I, che s’affonda nel centro dell’ordinanza. Prima dell'imbrunire anche i battaglioni danubiani rovesciano i turchi verso la Pcinja. Al cadere del giorno le avanguardie della I armata serba formano un arco da Lopate pel sud di Kumanovo fino alla Pcinja: tutte le unità sono schierate. Nella notte capita un incidente che deve insegnare quanto fragile e volubile sia l’umore dei richiamati. Il 140 reggimento di fanteria del II bando — il reggimento di Knjazevac (divisione Timok II) — vittorioso, nel buio, scorge luci sospette e sente rumori strani. Allucinazione e fantasia lavorano gli spiriti eccitati dalla emozione della lotta e i cervelli stanchi. Un panico folle prende il reggimento che in due ore compie una precipitosa corsa notturna di una dozzina di chilometri verso le retrovie. # * * L’armata di Vardar si rompe in due correnti : il VII corpo, la divisione redif di Bitolj ed il 6° reggimento nuanci con Cavid paja defluiscono verso Skoplje, le altre unità riparano sull’Ovce Polje. Conserva ancora compattezza la 13“ divisione, ultima a lasciare il campo di battaglia; invece la divisione combinata di Stip si sfascia. Abbandonati carri e cannoni, conducenti ed artiglieri cercano scampo fuggendo a cavallo: nel pallido chiarore lunare Zeki paja, ritornato Sv. Nikola, assiste alla turbinosa cavalcata. Le stazioni rigurgitano di sbandati e di profughi musulmani, terrorizzati dall’approssimarsi dei serbi, i treni sono presi d’assalto. Fethi paja, solcando la marea dei fuggiaschi, corre a Skoplje per organizzare la difesa ma le disastrose condizioni delle truppe escludono qualunque velleità di resistere. I bajibuzuk, che vengono armati, preferiscono il saccheggio alla lotta. *57