76 vide società più fina e fiorita ; più vaghe, più ornate, più magnifiche fogge. Era un mare di veli, di fiori, di gemme, leggiadramente da’ balli agitato, o queto, come alla sponda, in sui sedili : taluna ne abbarbagliava la vista. Le regine del bel mondo e della moda, ch’a’ primi festini erano solo fugacemente comparse, e non li stimando, forse, ancora all’ altezza loro, non s’ erano mescolate alle danze, qui vi presero parte : orgoglio della festa, e più ancora de’ fortunati lor ballerini. Ad esse facevano pericoloso riscontro altri astri, ora appena sorgenti, che nascondono ancora il timido lume, ma che, tra poco, nel prossimo anno, forse, manderanno tutto il loro fulgore, e ne saranno altri offuscati. Un astro si leva, l’altro tramonta. La festa si mantenne folta e brillante sino a chiaro dì, e terza per loro sonò mezzanotte, quando le genti, che non ballano, per ordinario ritiransi. Come si vede, la Società Apollinea serba gloriosamente il suo patto, e, a tempi di tante ruine, guardò dalla ruina il suo regno. Ma perchè non seppe ella in pari modo guardarsi dallasoverchiante invasione del sigaro? Il fumo,