34 dolati campioni nella gran battaglia del carnovale, convien aggiugnere le schiere collettive e uniformi de’ Napoletani e Chiozzotti, che si mettono in maschera un po’ per sè e molto per gli altri, a pompa e festa della città, ch’allegrano con suoni e canti ; mascherate liberali e gentili, che trattan le belle, e dispensan arancie e confetti per le contrade. Questo moto, quest’ allegra vita si diffondeva per tutto, si prolungava molte ore innanzi nella notte. I guantai, i mereiai, le industri e amorose officine delle modiste, all’ un’ ora si vedevano in Merceria ancora aperte : non bastavano al lavoro le mani. La Piazza, le Pro-curatie formicolavan di gente, ci si passeggiava, si attendeva al giulivo imperversar delle maschere, come al chiaro dì ; anzi il dì continuava : solo che, in luogo del debole raggio eh’ ora il sole c’ invia, quell’ improvviso giorno era schiarato dagli astri della doppia luminaria del gas. Si sarebbe detto che gli uomini si moltiplicassero, e mentre quivi correvano ancora e si diportavano le brigate, una brigata ancora maggiore addensavasi nell’ antico Ridotto, e menava in giro i gagliardi e clamorosi suoi balli. Sabato soltanto, si contarono