48 Venezia, lieta del benigno suo aere, de’ suoi .splendidi soli, delle azzurre sue notti, non vedea nelle onde tranquille, entro alle quali siede e si specchia, se non la magnifica pompa de’ suoi monumenti, la comoda facilità de’ suoi tragitti. Ella non pensava alla secreta virtù, che in quelle la benefica natura avea posta ; non pensava a trarne profitto. Appena se ne avvedevano i putti de’campi, i quali, negli estivi bollori, cercavano nelle non pure, nè fragranti linfe de’ suoi canali, al caldo conforto, o quegli altri, che, più pudibondi od arditi, osavano pericolarsi negl’ infidi flutti del Lido, che ogni anno, pur troppo, ricevevano un amaro tributo di pianti. L’ uso de’ bagni era qui affatto trascurato, negletto; e la città, per eccellenza figlia del mare, si mostrava al mare avversa ed ingrata. Se non che, fuvvi chi la fe’ dell’ errore avveduta, e le additò una nuova sorgente di ricchezza nella riparatrice efficacia delle sue acque. Tommaso Rima, insigne professore di chirurgia, ebbe appunto il vanto di mettere qui in onore e diffonder quell’ uso, da noi trasandato o dimentico, adoperandolo nella cura di morbi infiniti, e mandandone intorno le voci.