122 del Ciardi. Non dubiterem d’ affermare che il gentil sonatore lasciò indietro quanti altri prima di lui qui si udirono, e tutti li fece dimenticare. Ciò che più particolarmente distingue il suo talento è la mirabile unità di suono, quella facile imboccatura ond’ ei passa dalle note più basse alle più acute, con sì perfetta fusione, che le note si direbbero trovate belle e fatte sotto al dito, non cercate e formate dal labbro. Con tal possesso del suo strumento ei fece udir cose che toccano quasi il confine dell’impossibile. In alcune variazioni sopra un tema del Bellini, al canto s’ univa un simultaneo accompagnamento ; e, come ciò non fosse bastante miracolo, ad essi teneva dietro, in tutti i tuoni, un trillo spiccato, e insistente non altrimenti che nella famosa sonata del Dohler. Il Ciardi ha veramente rinvenuto il flauto magico, da disgradarne quel del Mozart, e in esso possiede un’ orchestra. Certi giuoch'i d’eco lontano, certe volate modulate smorzando e come strisciate, strappate, son cosa sua e tutto nuova, di mirabile effetto; se forse non ne usa un po’troppo.