360 persona ; un giovine appena uscito dal Conservatorio di Milano, e che già suona il violoncello col talento d’ un artista provetto. Il gentil sonatore vale principalmente negli adagi,, nell’ espressione, nel sentimento. Qui è inarrivabile ; il suo archetto parla, freme, si lagna, vi tocca in ogni guisa il cuore, con la eloquenza del soave suo magistero. E, come nel-1’ appassionato e nel flebile, egli è egualmente forte in que’pezzi, che si domandano di bravura, secondo ei dimostrò nelle belle e difficili variazioni di quello del Pattuito, eh’ egli esegui il venerdì, e ripetè in mezzo agli applausi, che spesso lo interrompevan, domenica. Nè meno magistralmente eseguì 1’ altro componimento di varii ricordi del Donizetti, e in ispecie quello del Don Pasquale, con 1’ arco saltante ( se la voce non è tecnica, è almeno significativa ), con cui termina la composizione. Il maneggio appunto dell’ arco è in lui mirabilissimo, o accarezzi questo, col molle passaggio, nelle note legate le corde, o le percuota, colpeggiando negli staccati. In somma, come dicemmo, egli è un professore compito, e me ne riporto a’ maestri, quantunque in quella seconda sera, per effetto della stagione e del