239 che quand’altri non lo rispetta, ci permetteremo di dir eh’ egli ha torto. Il sig. Colom-berti certo pensa come noi, poiché di ciò appunto diamo cagione al pubblico, eh’ ei l’abbandoni. Pover’ uomo, condannato a recitare, soltanto per amor d’esercizio, per non perderne 1’ uso ; ad affaticarsi pel solo profitto de’ portinai e delle guardie, se pure non è costretto a darsi vacanza ! E poi si lagneranno che in Italia non abbiam teatro comico ; che in questo dobbiamo ceder la mano a’ Francesi, a’ Tedeschi, agl’ Inglesi ; i Francesi, i quali impararmi da noi, nella persona degli Scaramuzza e dei Biancolelli, chiamati e onorificati in Francia ! Il pubblico ci permetterà pure di credere, se non di notare, ch’egli ha talora strani capricci, e fece sovente buon viso, pigliò in protezione commedianti, che a pezza non valevano questi, i quali or miseramente spendono il loro fiato all’ Apollo. Certo, la Sonnambula e il Rigoletto sono, nel diverso lor genere, due squisiti capolavori ; ti toccano con le più care e soavi melodie, e 1’ Angles, tra gli altri, le canta da rapirtene : ma e la Sonnambula e il /{¡goletto, l’una più che 1’ altro, si produssero e riprodussero già tante volte, che noi avremmo