23 sono egualmente insensibili ; altri più conoscenti e senza maschera in viso, gl’ intonavano memori esequie : Il Carnovale è morto, viva, il Carnovale ! e si consolavan, cantando i piaceri della quaresima. Le maschere, qui dalla campana fugate, ripararono al veglione, che ne fece come la eletta. Qui fu il vero fiore, il profumo del Carnovale. Che splendore ! Quale ricchezza ! Quanta varietà di volti, d’ ingegni, di fogge ! Si vedeano mascherette novizie, che per la prima volta affrontavano il baglior di que’ lumi e di tanto mondo raccolto, e ne rimanevano quasi vinte, stordite ; timide al compagno serrandosi, senza il coraggio d’ accostare nessuno, pel pudico terrore d’ essere discoperte. Altre più franche, che avevan già fatto, per più d’un Carnovale, il lor tirocinio, si sentian quel coraggio, e davano a questo ed a quello 1’ assalto, aveano una paroletta, un saluto per tutti. Notammo graziosissime Beduine, e le conoscemmo ; amorose ma tremende vecchiette, le quali altrui ricordavano gli anni, e nascondevano, sotto le finte rughe, le guancie forse più fresche e rosate. Chi dalla sala volgeva ad alcuni palchetti lo sguardo, passava da un