318 superò ancora 1’ aspettazione. Quell’ immenso volume di voce, la facilità con cui sgorga e si spande per tutto il teatro, sornuota al pieno rumor dell’ orchestra ; quel subisso di note e di repentini passaggi, con sì fin’ arte, spontaneità e buon gusto, in alcune cadenze, eseguiti ; il sentimento, infine, e 1’ espressione del canto ; tante perfezioni, insieme accolte, destano a ragione meraviglia ed entusiasmo. Chi può ridir, per esempio, la dolcezza di quel Coni’ è bello ! di quel magnifico Ch’ ei mi debba un dì scordar, oppure dell’ altro Non si desti che al piacer, della sua cavatina ? La Barbieri si loda altresì come attrice. La sua azione è ragionata, intelligente ; sempre drammatica la controscena, o domandi ella, coll’ atto, pietà all’ avversa turba, che nel prologo la persegue de’ suoi insulti, o finga nel terzetto le ambasce della madre, quando, nella simulata parola del crudele marito, ode la mortale sentenza del figlio. Il Negrini, Gennaro, è anch’ egli un cantante dì grido, e, benché nuovo per queste scene, non ci giunse ignoto del tutto, preceduto, come fu, dalle lodi, per lui acquistatesi ne* teatri in ispecie di Padova e di Treviso.