205 esso si propose di dipingnere lo stato della italiana commedia nella seconda metà del secolo scorso, quando il Goldoni ne imprese e operò la riforma. Egli ebbe 1’ ardito coraggio di porre in iscena il grand’ uomo, come questi fece per parte sua del Molière e di Torquato : difficilissimo assunto, perchè mettere sotto gli occhi un di quegli eminenti caratteri, che la posterità circonda di venerazione e di gloria, prestargli il discorso, è un porsi a livello della sua altezza, intrinsecarsi quasi nella sua natura, ed altri corre il pericolo di non eguagliare il sublime soggetto, e di scemarne la luce. L’autore si tolse una grande malleveria, e ciò non pertanto, a sua lode dobbiamo dire eh’ ei se n’ è assai felicemente spedito. Ei ci rappresentò quella luminosa figura in tutta la mite e generosa indole del suo personaggio, quale egli appare dalle sue ingenue Memorie ; assistiamo ai coraggiosi suoi sforzi per ricomperare coi proprii lavori il teatro italiano da quell’ abbiezione, in cui era caduto con le commedie buffonesche dell’ arte ; ci vediamo 1’ uomo all’ opera, e degne di lui sou le parole e le sentenze, che l’autore gli pone sul labbro. Una sola volta il Goldoni trascorre