PRIMA GUERRA BALCANICA col presidio di Salonicco, si dice che Hassan Tahsin abbia raccolto sulla posizione di Yenice Vardar 19 mila uomini con una ventina di pezzi, mala brevità della fronte occupata (circa 5 chilometri) e lo sviluppo dell’azione fanno ritenere molto esagerato il numero dei difensori. # * * Dopo il combattimento di Sarantaporos i greci non inseguono e perdono il contatto col nemico. Il Diadoko l’n ottobre decide di proseguire col grosso verso Veria e spinge la 7* divisione rinforzata da volontari cretesi su Katerine e Elefte-rohori per occupare questo porto e farne una base per rifornire l’armata dal mare; distacca la brigata di cavalleria e la 5“ divisione verso Bitolj. Per ragioni logistiche anche il 12 ottobre l’armata sosta: soltanto la 7* divisione scavalca il passo di Petra e la brigata di cavalleria si spinge su Kozane. Il grosso dell’armata si sposta a Kozane (13 ottobre) e poi per aspre montagne marcia su Veria. Il Diadoko, informato che i turchi sbarrano la stretta del Tripopotamos dispone per investirla di fronte ed avvolgerla da occidente con colonne mandate per difficili sentieri; la ia divisione segue la carrarecia che si svolge lungo la riva destra della Vistritsa. Ma dopo poche cannonate i turchi « come un gregge spaventato », abbandonano la stretta. Così il 16 ottobre i greci occupano Veria e tagliano le comunicazioni ferroviarie fra Salonicco e Bitolj, dove si raccoglie l’armata del Vardar. Sulla via di Bitolj la colonna greca di sinistra respinge un paio di tabur turchi presso Nalbandkòy e verso il mare la 7a divisione dopo una scaramuccia occupa il passo di Kitros. Il Diadoko apprende che il grosso dei turchi è ripiegato in disordine da Veria ma ignora se si sia fermato dietro il Kara Asmak oppure dietro il Vardar. Egli dispone per proseguire. Gli si presentano due itinerari: il più breve si svolge per Gida attraverso una regione di pantani e si riduce ad una sottile stretta rappresentata dalla strada e dal terrapieno della ferrovia. L’altro itinerario gira a settentrione, per Yenice Vardar e sfiora le pendici delle colline della conca di Salonicco. 198