18 vivaci strumenti, colà in mezzo al Campo, diede l’incomparabile spettacolo d’ un a solo al chiaro di luna, ad onta del suo ferraiuolo, e de’ suoi cinquant’ anni : così contagioso è 1’ esempio, ed anco i vecchi son pazzi ! Il festino dell’ Apollìnea, 1’ ultimo lunedì, ricordò i più bei tempi della Società rifiorita. E’ fu abbagliante per ricchezza e buon gusto, per quantità grande di belle. In mezzo a quel mare di luce si noverarono intorno a trecento signore. Gli uomini non si contano ; quan-d’ essi non ballano, fan numero e ingombro. Ben è vero che, per quelle sale ridenti, s’incontrava quanto Venezia ha di più chiaro ed eletto, per grado, per nascita, per dottrina. Così è : fin la severa dottrina non disdegnò di commescersi al gioioso festino ! Tutti però non erano dallo stesso desiderio guidati : in alcune fronti manifestamente leggevasi scritta la compiacenza coniugale o paterna ; e, mentre le spose o le figlie ballavano, e’ sedevan pazienti sugli agiati sedili, tra sè e sè meditando, numerando l’ore ed i balli, sospirando forse le comode delizie del letto. Ma ben altrimenti gl’ istanti passavano per chi sapeva o poteva profittar del diletto ; e festa non fu mai più