31 V. Reminiscenze del carnovale (*). Povero carnovale, sì corto e sì tempestoso ! bagnato da tanta pioggia, sbattuto da tanto vento ! Si direbbe che il tempo se la fosse presa cogli uomini, e l’inverno, che perdette i suoi diritti dinanzi ad un’ anticipata primavera, avesse voluto con loro rifarsene. Ma e’ si riser del tempo, fecero all’ inverno le fiche e a dispetto di quelli si divertirono; onde, ben disse il Gozzi, che vai più un’ oncia di voglia in corpo che mille libbre di senno e di ragione. Non poterono godersi al sereno, ed ei si spassarono al fosco ; il diletto fu a pruova dell’ acqua, resistette all’ impeto delle grondaie, e le maschere non ne furono impedite o sturbate ; sol ne rimasero un tantino fradice ed inzuppate ; non seccavan, bagnavano. Ecco tutto : vuol dir che nulla al mondo è necessario, indispensabile ; si può dispensarsi fino del sole, ed esser del pari, sotto alle nubi ed (') Gazzetta del 12 febbraio 1853.