22 piti d’ ogni fatta, a quelle ondate di gente e di maschere, insieme incalzantisi, urtantisi, ecco s’ ode, dalla parte dell’ Orologio, un nuovo rombo, un fracasso, che sornuota sugli altri e li vince. È il convoglio del povero Carnovale che muore, portato a spalle d’ uomini, sur una barella, e figurato da un uomo bianco vestito, col ciuffo di veli, il quale non rappresentava male, e se ne sarà accorto il di dopo, le convulsioni del moribondo. Gli tenean dietro sopr’ altre barelle, due suoi sergenti, uno che imboccava per tromba un imbuto, 1’ altro che si faceva il solecchio con una padella. Il funereo corteggio, nel tragitto ingrossato, era condotto da un imperterrito ragazzone, che, pestando un enorme tamburo, dava la battuta ed il tuono alla immane zolfa d’ el va, el va, che, con ischerno spietato, dietro gli cantava, mutata in prefiche, tutta la piazza. Umana ingratitudine ! Il Carnovale avea fatto tanti felici ed essi gli auguravano, gli anticipavano con quella crudele canzone, la morte 1 Il tocco della mezzanotte il finiva ; ei discendeva dal barcollante suo trono ; ed essi già imprecavano, mutando el va nell’ inesorabil l’ è andà, sulla sua tomba ! Ma tutti i cuori non