44 che non per la liberalità o il coraggio del sacrifizio ; poiché, in fine,, si dona ciò, eh’ è pur forza lasciare. Ma altro è l’animo generoso di colui, il quale non aspetta 1’ ultima ora ad aver compassione de’ miseri, e nel fiore della salute, nel libero e pien godimento de’ suoi beni, ne rinunzia volontario una parte per metterli con loro a comune ; ed egli, della stessa sua mano, apre lo scrigno, ne numera gli scudi, li contempla e li cede. Tale disprezzo della ricchezza, tale abnegazione di sé medesimo, è virtù assai rara a trovarsi : poche anime se ne senton capaci ; e, fra questi pochi, esser volle il conte Giambatista Sceriman, vicepresidente della Commissione di pubblica beneficenza. Egli, con larghezza veramente regale, compiè il benefico pensiero di Lodovico Manin, l’ultimo Doge, del quale la patria più ammirò le domestiche che non le politiche doti, ed a cui eli’ è debitrice della bella istituzione, che porta appunto il suo nome, pel raccoglimento e 1’ educazione di fanciulli e fanciulle abbandonati. Pel trambusto de’ tempi, in cui avvenne, tempi di subite rivolture e guerre di Principi, la volontà del pio largitore era caduta in dimenticanza,