295 le più belle e vivaci melodie, die da tempo si udissero. Certi emeriti dilettanti, non avendo il coraggio di disconfessare la somma bellezza di quel graziosissimo brindisi, ne vollero scemare il pregio, dando voce che a dirittura e’ sia rubato al Doni? et ti, nell’opera I pazzi per progetto. Ma, dopo il caso della Beatrice Tenda, sopra narrato, io diffido assai di queste musicali erudizioni e felicità di memoria. L’ atto secondo non differisce dal primo se non nel diverso tenor della musica. In questo, la vita ti si presenta sotto a’ più lieti e ridenti colori, trapassa in mezzo a’ gaudii ed al riso, fra’ giocondi balli e le cene, e a quelle immagini giulive risponde il festivo brio de’mo-tivi. Nel secondo, muta la scena : a’ tumulti del gran mondo, succede un quieto ritiro campestre, a’ vaghi e facili amori sottentrano prima le dolcezze, indi i tormenti d’una vera e forte passione. La musica, ad essere in accordo col verso, a dipignere la situazione, doveva di necessità cambiare linguaggio, e informarsi al sentimento e all’ affetto. Il Verdi appunto ciò fece ; ei mirò alla drammatica espressione: e ci trovò i canti eminentemente adattati. Il duetto, in cui il padre domanda alla Violetta