ciliano, dapprima ne disturba gli sponsali ; poi le invola nel sonno un anello, la calunnia ; e da ultimo, vani riuscendo tutti gli sforzi per impedirne le nozze con un Yalmiro, nobile spagnuolo, ne incendia, al modo che nella Tradita ( i begl’ ingegni s’incontrano ) le case, la conduce, come in beccheria, in un oratorio, e là, non sugli occhi, ma alla udita del padre, dello sposo e de’ famigliari, che stanno sulla porta in ascolto, e lasciano fare, 1’ uccide, e s’ uccide. La povera Fiammetta, in tante sue disavventure, non conta nè meno la consolazione di aver dalla sua il padre e lo sposo. Que’ dabben uomini son di pasta sì dolce, che credono sulla parola il disleale, quando, col segno dell’ anello da lui trafugato, dà ad intendere a Yalmiro eli’ eli’ abbia mancato a’ suoi giuramenti ; e sì cieca in lui è la fiducia del padre, che, senza più sincerarsi del fatto, trascorre a maledire la figlia. Veramente il libro noi dice ; ma ciò non pertanto il sig. Rodai profferisce sulla scena una vera e formale maledizione, con tutte le regole ; poiché appunto, sia detto tra parentesi, gli attori qui adoperano con singolare libertà, e mentre il testo dice una cosa e’ ne cantano un’ altra, come