126 potessero tornare in onore, se non altro per farli udire alle nuove generazioni, che non provaron que’ gusti. Il moderno repertorio non è sì ricco di capolavori, che non giovasse tentarne la prova. E nel vero, è da ammirare la bella pazienza delle persone, le quali seguitano a trovare in teatro diletto a’ que’ canti, che cento volte furon già intesi e replicati, e corrono, come fu detto un dì dello spirito, le vie, su tutti gli organetti della città, o nelle gole formidabili di quei cori, i quali, con grande consolazion de’ dormenti, si piantan la notte pe’ campi ! La gentil Società volle darci, se non del nuovo, almen del diverso, e venerdì sera e lunedì ci procacciò il più dilettevole trattenimento. La Betly è una leggiadra composizione, eh’ ha gli usati pregi di tutte le altre opere del Donizetti, vivacità di motivi e splendore d’istrumentazione. I pezzi cantabili non sono molti ; ma la cavatina della donna, un duetto tra questa e il tenore, un terzetto, ed un secondo duetto tra quello ed il basso, il rondò finale, sono altrettanti gioielli, degni veramente dell’ illustre maestro. E chi udiva quelle care melodie, così acconciamente in-