251 P opera a S. Benedetto noti avesse parte, dal Topai e dal Ciampi, de’ quali ultimi due ricorderemo, pure a cagion d’ onore, il duetto famoso della 'pistola, nella Chiara, cantato, nell’ occasione d’ una serata, con tale bravura, che se ne domandò fino alla replica ; il Ciampi è un giovine artista bene assai avviato nel difficile arringo, e che di sè molto promette. Ma il meglio dell’ accademia era serbato alla fine, ove alla eletta adunanza s’ apparecchiava la più gioconda sorpresa. Tra’ semplici spettatori trova vasi 1’ Angles-Fortuni, l’incantevole usignolo del S. Samuele. Perduta fra quelle sedie, eli’ era come una gemma fuor del proprio castone ; e lasciarla ivi oziosa e in silenzio, ci avrebbe avuto 1’ effetto di colui, che, potendo fruire 1’ almo raggio del sole, gli chiudesse incontro le imposte per accendere il notturno lucignolo. Il medesimo è paruto anche alla Presidenza, la quale non si stette dal pregare 1’ ospite desiderata eh’ ella volesse montare 1’ orchestra ; al che ella volontier condiscese, e cantò 1’ aria, che il Donizetti aggiunse, per la Persiani, alla Lucia, e alcune variazioni del Vaccai, se male non ci fu detto, nel Pietro il Grande. E com’ ella ne uscisse, ognu-