29 zione, la vastità dell’ ambiente, e il numero proporzionato delle persone ; 1’ aura soavemente frizzante della sera, che vi potea da più parti, rendevano, meno che non si crede, vivi gli ardori, e si sudava anche meno che ne’ turbinosi e affollati festini del Carnovale, quando in acqua si sciolgono fin le pareti. Or si godeva davvero la festa ; passavano sotto gli occhi tutte le coppie leggiadre ; signoreggia-vasi la doppia quadriglia, poteansi notare tutt i i passi graziosi, lodare la scuola universa e l’attenta direzione del compitissimo Scavia. Nessun ballo invernale fu mai più brillante e dilettoso alla vista. La sera dopo, i suoni passarono nella Sala Donizetti. Vi si produsse un’ altra volta il Fumagalli, e destò la prima sorpresa. In questo incontro, ei venne in ottima compagnia, e con lui sonarono Disma, suo fratello e valente quasi al pari di lui, il nostro Tessarin e il Bosoni. Quali e di qual fatta quattro paia di mani ! Si conobbero alla pruova. I fratelli Fumagalli eseguirono un duetto a due pianoforti, sopra motivi de’ Puritani, con tale maestria ed unione, anzi fusione di suono, da non si accorgere, se non al vederlo, e tuttavia si