27 in folla a vederlo, e non fu chi non restasse preso a quella gentil novità. Esso è uscito dalle fonderie dell’ ingegnere Collalto, e meglio non avrebbero servito il Comune, a cui spese fu edificato, le tanto celebrate inglesi officine. Noi sappiam fare anche noi, senz’ uopo della mano straniera. Gl’ ingegni e le volontà non mancano ; mancano le occasioni e un po’ anche gl’ incoraggiamenti. L’ingegnere Collalto •eresse, con quest’ opera egregia, un nobile monumento a sè stesso, e certo una grande comodità a’ suoi concittadini. I medici e la Gazzetta gliene hanno obbligo immenso. Nel giorno e nell’ ora medesima, in cui il ponte per la prima volta apriva alla gente passaggio, sabato sera un coro eletto di giovani filarmonici si staccava co’ suoi legni dal Molo, per dare alla città il gratuito diletto d’ una gran serenata : serenata omnibus, universale, di cui più d’ un’ amorosa finestra s’ attribuiva l’onore. Non diremo degli armonici effetti : nella musica, come in ogni altra cosa, l’uomo propone e la fortuna dispone. Qui veramente disposero i sonatori, i quali in gran parte mancaron la posta, e furon cagione che non riuscisse perfetto il disegno. Ma, se 1’ opera in