115 iHdi, fatto tuo incognito duce, L’armonia del creato t’apprese; Ed allor che per essa t’ accese, Ti diè un bacio e fra gli astri tornò. Altrove l’Immortalità si volge al dolente Genio d’Italia, ed esclama : Dall’ affanno ahi ! troppo oppresso, Rasserena il tuo sembiante, Poi che Dio te 1’ ha concesso Sì leggiadro e sfolgorante : Chi ha la clamide di rose, Per corona i rai del sdì, Le pupille dis'iose Volga al cielo e non al suol ! Una poesia, eh’ ha immagini e veste sì proprie e sì splendide, non è certo un comune lavoro, e noi bene auguriamo del giovine cantore. E quale è il verso, tale è la musica nota, di che lo colorava il maestro Bmzolla. La musica non rimase indietro alla poesia ; molti canti sono mirabilmente trovati e significativi : sapiente, elettissimo il magistero delle armonie. Bella, fra le altre, è la cabaletta del tenore : Or nè amplesso, nè bacio, nè riso ; ingegnosissimo e di grand’ effetto il movimento de-