12 che si congiungano i marmi e le pietre, ei si rivolse ad una specie di taumaturgo, di negromante, che, con la magica verga de’ suoi pennelli, usurpa i diritti della creazione, e dà all’ immagine la sembianza e la vita, quasi dissi, la consistenza del vero. Quell’ incantatore si chiama Querena, ed egli ha messo già in atto, con un suo Diorama, che si vede al ponte de’ Dai, il pensiero del sig. Fisola, e i bei disegni del Cadorin ; con tal perfezione d’ ottico inganno, che ti par già di correre con la vista le immaginate contrade, le persone si muovono, si rompono le onde agitate alle rive future. La prospettiva aerea, il colore e la trasparenza delle acque non potrebbero essere di più intera illusione. E qui non sappiamo se sia più da ammirarsi la vasta e coraggiosa idea del Fisola, o 1’ opera de’ due egregii artisti, che sì bene la intesero e la incarnarono. Onde è ben vero che a Venezia possono mancar le occasioni, ma gl’ ingegni non mancano ; e, se il sig. Fisola non si dovesse d’ altro lodare, questa lode pure gli è debita, d’ aver eletto e adoperato tali due artisti, e disposto, almeno nella intenzione, tanto lavoro a tanta altra gente. Il sig. Fisola