26 benché di transito sì frequente, era tale e così disagiato, massime ne’ di di piova o di gelo, che nessuno il montava, senza accomandarsi 1’ anima a Dio : si vedeva perchè avevano collocato tanto vicin lo spedale. Ora, quelle pietre ignobili e micidiali, che deturpavano il sito, per salute de’ femori umani disparvero, e in loro luogo sorge ad abbellirlo, con lodevole novità di pensiero, un elegante e comodissimo ponte di ferro. E una bella singolarità, giunta a tante altre del nostro paese. L’opera del muratore non entra se non per la picciolissima parte della doppia base, su cui posan le teste dello svelto edifìzio. Lievissima è la curva dell’ arco, e però dolce e facile la salita ; bassi i gradini, nella loro breve altezza messi a traforo. Più leggieri ancora sono i parapetti, composti con ingegnoso disegno d’intrecci di curve, divisi da sottili e ornati pilastrini, e insieme tenuti, a basso e in alto, da due fasce. La luce e 1’ aria vi campeggiano da per tutto : si direbbe un lavoro di filigrana, una vaga armilla, stretta a quel braccio della vaga Venezia. Il suolo del ponte è spalmato d’asfalto. La gente, eh’ ora può salirlo e scendere, senza idea di pericolo, danzando, trasse questi giorni