165 anima ed espressione d’ artista. Così cantò la cavatina, così il terzetto, così il duetto, così .1’ aria, così infìn tutta 1’ opera. Il Mirate, il Trovatore, è sempre il medesimo eccellente cantante, da noi altre volte conosciuto e pregiato, se forse egli non s’ è fatto anzi migliore. Il Bencich, il conte, è aneli’ egli ottimo artista, così nel canto come nell’ azione, e disse in modo veramente maestro, tanto la parte sua nel primo terzetto, che 1’ aria citata, e più ancora 1’ ultimo duetto con 1’ Albertini. Degna di sì onorevole compagnia è la Seoci-Corsi, che nell’ Azucena non ha la parte più amabde nè più gradita, ma che pur seppe, o sola o coi compagni, farsi applaudire, e molto soavemente cantò il principale motivo del duetto col tenore alla fine. Il Violetti è un buon basso profondo, e tale si dimostrò nel racconto dell’ introduzione. Una pruova d’ottimo senso diede nel dramma 1’ apparator della scena. Dopo tanto piagnere e tanto parlare di ratti, di roghi e di stragi, dopo la morte di Leonora, prima che altri orrori avvenissero, e’ si pensò di calare inopinatamente la tenda ; e gliene siamo riconoscentissimi. E’ ce ne risparmiò nuovi delitti.