10 tempo. Laonde, cominciando dall’ atrio medesimo, si lavarono i marmi, si tolsero alcuni non pregevoli e affumicati dipinti, che cagionavano più ingombro che adornamento e ren-deano tetro ed oscuro l’ambiente : si ritoccarono, all’ incontro, e rinfrescarono quelli del soffitto, eh’ hanno alcun pregio d’ arte ; s’ accompagnò co’ marmi la pittura : infine, si fece d’ un luogo povero e disadorno, un vestibolo elegante da non rifiutarlo un sontuoso palazzo. Così si pose mano alle altre stanze : quelle destinate al Gabinetto, la sala maggiore, quella assegnata alle letture accademiche, la quale, com’ era prima, rendeva più l’immagine d’ una sacrestia che d’ una sala da radunanze, e troppo ricordava la malinconica origine. L’ aspetto dell’ Ateneo, messo tutto a nuovo, illuminato dalla viva luce del gas, e dove fornito di tappeti, presenta ora alla vista un’ aura d’ eleganza, d’ agio e conforto, che in suo confronto il poeta avrebbe torto a esclamare : Povera c nuda vai filosofia ! Qui la filosofìa par gran signora. Ma 1’ Ateneo, che non ha fondi, nè possiede altra ricchezza che le scarse contribu-