107 nimica, non si ritenne degli antichi se non il Guicciardi, e fu uua vera fortuna, perchè, altrimenti, non sappiamo come fossero andate le cose. — Il Guicciardi è un eccellente baritono, ha un buon metallo di voce, agile, insinuante, intonata, e canta con arte squisita. La bella cavatina non la udimmo cosi perfettamente cantata nè meno alla Fenice, dove la forza e la freschezza della voce non rispondeva alla maestria del cantante. Solo, ci pare che, per far più colpo ed effetto, il Guicciardi tiri un po’ troppo in lungo e sforzi le cadenze ; la quale è tal lieve menda, che se ne può correggere quando vuole. Come nella cavatina, e’ riuscì mirabilmente anche nel passionato duetto col soprano nell’ atto terzo, traendo, come fa il sole de’ seguaci pianeti, nel luminoso suo campo anche la prima donna, la De’ Pescatori, che qui fu a parte de’ suoi applausi. Di questa virtuosa non si può ancora profferire nessuna sentenza. Le s’impose una parte che poco le conveniva, e non le si lasciò, nè meno agio a studiarla. E ciò non di meno ella non sembrò per nulla imbarazzata, e tanto in questo, quanto nell’altro duetto col tenore, ella mostrò di conoscere e la scena ed il canto.