114 Guicciardi, il Mazzoleni, il Bailini• E diciamo in buon punto, perchè l’opera non poteva sortire esito più felice. Tutti i cantanti qui furono a loro luogo, e tutti egualmente si segnalarono. De’ due primi, quasi tornerebbe inutile il parlare. Il pubblico conosce già con quanta finezza d’ arte, con quanta soavità di maniera canta la Valesi ; come agili sgorgano le sue note; onde non è meraviglia, se nella cavatina, con molta maestria accompagnata sul clarinetto da Francesco Maron, e più ancora nella scena e grand’ aria dell’ ultimo atto, ella suscitasse il più vivo entusiasmo. Il valore del Guicciardi è pur noto per le precedenti sue prove, e noi non abbiamo il rimorso di non averlo debitamente esaltato. Se non che, il Guicciardi non vuole prestarci fède ; non tien conto de’ nostri amici consigli, e continua a sforzare la voce e ad eternar le cadenze. Si assicuri, il suo canto 11011 ne guadagna. E ciò non per tanto, in alcun luogo della sua cavatina, nel duetto con la donna, nell’ altro col tenore, nel grande finale, ei ci ricordò talora il Ronconi. Egli canta con grazia, con fioritissimi modi, drammaticamente