154 incontrare qualunque pericolo, che cedere il campo a’ nemici. Ma il Medebach vuol terminare con una novità la stagione, poiché corrono appunto gli ultimi dì del carnovale. Vinto dalle importunità sue, il Goldoni consente al fine di cedergli 1’ Erede fortunata, eh’ ei gli aveva fino allora negata, perchè poco sicuro di essa, e presago anzi della mala riuscita. Di rado un grande intelletto sulle opere proprie s’ inganna. Siamo dunque all’ atto della rappresentazione : il Goldoni sta dietro le scene ; tende incerto, pauroso, 1’ orecchio : non un solo applauso ; non una voce amica, che lo rassicuri. Termina 1’ atto primo freddamente, in silenzio. Al secondo, la bufera, che già minacciava, scatenasi ; ei n’ ode il fischio tremendo, e con-vien calare il sipario. Entrano i comici disperati, avviliti, dichiarando di non voler più affrontare, negl’ impeti della sua collera, il pubblico ; succedono i bugiardi amici, con quelle mendicate consolazioni, con quelle coperte ironie, che addoppiano il dolore della sventura : solo il grand’ uomo, in mezzo a quella generale confusione, nella disperazion degli attori, serba intera e lucida la mente, e con un tratto