233 scaletta scoperta, che fiancheggia dall’ un lato il teatro : pubblico di contrabbando, alla macchia. In quest’ accademia, ricomparvero tutte le prime parti della Fenice, solito tributo che ogni anno elle pagano alla gentile Società, che loro certo non mostrasi ingrata. Il trattenimento cominciò con una bella sinfonia del maestro Galli, cui succedette un coro del più brillante motivo, scritto dal sozio sig. Errerà, col titolo dei Bevitori, ed assai bene eseguito da’ coristi della Fenice. Il Bencich ed il Vialetti si produssero coll’ ordinario valore nel duetto tra’ due bassi del Marin Fallerò, e la Necci-Corsi nella cavatina della Semiramide, ch’ella fece gustare in tutta la purità delle sublimi sue frasi, dando loro la propria e vera espressione ; tanto da ricordarci i cantanti d’ altri tempi, che non trovavano nè vuota nè vecchia, perchè sapevano cantarla, la musica dell’ unico mago. L’ Albertini e il Mirate chiusero la prima parte del trattenimento col duetto de’ Masnadieri, nè poteva udirsi unione più perfetta e più bella. La seconda s’ aperse con un concerto per corno da caccia a mano, composto il concerto