BALCANI 1912-13 di ordine pubblico e raggiunge la forza di 68 tabur, 35 squadroni, 51 batterie. In onta alla cattiva prova data e alla perdita di territori il redif è aumentato a 24 divisioni di fanteria (quattro divisioni per ciascuno dei primi sei ordu), composte di 16 tabur e che in caso di mobilitazione si completeranno con aliquote di artiglieria e cavalleria del nizam. La territoriale (mustahfiz) inquadra gli uomini dai 34 ai 40 anni e conta 384 tabur. Caratteristiche deH’esercito turco sono: l’elevato numero dei reparti, l’anemia del loro effettivo, la composizione diversa delle divisioni, le continue trasformazioni delle unità, l’eccessiva proporzione dei reparti redif, la mescolanza nelle unità di reparti nizam e di redif: così fu nel 1854-56, nel 77-78, nel 1897, così sarà nel 1912. L’esperienza del passato non ha insegnato nulla: perseverare diabolicum... # * # Sotto Abd ul Hamid l’esercito vegeta disperso in moltissimi distaccamenti, ridotto ad una mediocre gendarmeria: in generale truppa mal nutrita, male in arnese e dalle uniformi lacere e sporche, alloggiata in caserme luride. La truppa conduce una vita oziosa ma quest’inerzia contemplativa si armonizza colla mentalità del musulmano ed il soldato è soddisfatto. Mentre gli ufficiali sono spiati la truppa gode di una libertà ben maggiore. Il Padiscià vive segregato nel suo palazzo e teme l’esercito; niente manovre, niente esercitazioni,-niente grossi raduni di armati. Egli si fida solo della guardia personale di arnauti e di arabi e si sente tranquillo solo quando le armi moderne sono sotto chiave nell’arsenale di Top hane. Von der Goltz (op. cit, pag. 70) ricorda che fu brutalmente proibito un viaggio di stato maggiore perchè il Padiscià sospettò che si macchinasse un complotto. Gli ufficiali superiori sono tanto più apprezzati quanto meno badano alle truppe; i placidi e rotondi pascià, per non destare i sospetti di Yldiz Kòsk e finire in esilio, non visitano nemmeno le caserme. Il Sultano arrivò al punto di chiedere spiegazioni al ministro della guerra perchè la sua vettura, al ritorno dall’ufficio, aveva seguito un itinerario diverso dal solito (von der Goltz, op, cit. pagina 9). 86