289 incalzi e s’affretti. Il presidente, avuta aneli’ egli contezza del fatto, dimentica i passati rancori, e corre ad abbracciare e ristorare i nipoti. E qui tra lui e il sig. Ermond succede una nobile gara di generosità, che si termina col prender essi cura, quegli della moglie, questi del marito, affidandogli appunto i trecentomila franchi, da lui raccolti di terra, e bizzarramente togliendoli al vecchio usuraio, al quale gli aveva impromessi, e che rimane in tal modo punito e delle durezze usate per lo passato a que’ due infelici, e degl’ impuri pensieri eh’ egli nutria per la donna virtuosa. E cosi lietamente, moralmente finisce la rappresentazione, portando per questo rispetto il vanto su’ drammi francesi, atti più a desolare, che a rallegrare gli spettatori ; di efie noi, con la gente, rendiamo grazie a’ due poeti. Intorno al fatto principale s’ aggruppano molti secondarii accidenti, intesi a porre in rilievo il carattere o la condizione de’ due personaggi precipui. Cosi, prima Giovanni, poscia Maria, si presentano alla casa della bella del presidente, per accomandarsele ; ed ei sono invece colà sì mal ricevuti, sottoposti a tante umiliazioni, che Giovanni ne perde alfin la XI. i9