196 di vaghissimi canti, in cui s’ammirano la freschezza e originalità de’ motivi, un ingegnoso lavoro d’ orchestra, che sapientemente seconda le varie e toccanti situazioni del dramma, s’addentra nel pensiero del poeta per colorarlo e dargli piìi lume, il che dovr< 1 ibe pur essere 1’ unico assunto della musica, quand’ ella invece, secondo altre teoriche, lo tirnneggia ed opprime. Tra’ pezzi più splendidi dello spartito, è il finale dell’ atto secondo, capolavoro delle più squisite armonie, ed uno, senza contrasto, de’ più grandiosi e più classici della scuola moderna. Ad esso si lega 1’ aria d’Isaura : e quella graziosissima introduzione degli strumenti e de’ cori, il cui motivo poi si ripete ; il bel coro di dentro, con accompagnamento di trombe, e brillantato, quasi diremmo, da quegl’ incomparabili arpeggi de’ flauti, che fanno un effetto cosi piccante; il canto pieno, che sì largamente si svolge ed intreccia fra tutte le parti ; la vivacissima e passionata cabaletta, formano un insieme di tanta bellezza da rimanerne sopraffatto. E così fu del pubblico, che, non contento di manifestare il suo entusiasmo cogli applausi più fragorosi e reiterati, volle vederne il maestro e lo festejra'iò sulla scena.