•293 scorso, il duca lo aveva veduto baciar iu bocca sua sorella Eleonora, onde a salvare la costei fama, e in pari tempo punire 1’ audace, fece mostra eh’ ei fosse impazzito, e rivolto a’ cortigiani, che con lui erano stati testimonii del-l’atto : « Mirate, disse, che fiera disgrazia d’ un uomo sì grande, che in questo punto è diventato matto », e ordinò che fosse, sen-z’ altro legato; giustizia un po’troppo sommaria e sbrigativa. Qui il nodo dell’ azione invece s’aggira sulla vendetta della contessa Eleonora di Scandiano, favorita del duca, la quale, del Tasso invaghita e da lui dispregiata, ne medita la ruina. A questo fine ella, con arte e lusinghe avuta dal Maddalò, suo fortunato amatore, e intrinseco ma non fido amico del Tasso, la chiave delle sue stanze, ne invola non so qual poesia, indiritta ad una Eleonora, e la mette sotto gli occhi del duca, che se ne irrita, credendola per essa composta ; e che, tra per questo e pel finto dolore della morte ilei Maddalò, dal Tasso per l’indegno suo tradimento provocato a duello ed ucciso; per ciò ancora, eh’ indi a poco coglie il poeta a piedi della sorella, con che forse gli fu aperto il vero sog-