169 si fa quasi uccidere per quello sciagurato del Chalais, e il Chalais gl’ insidia la consorte. Il momento di questa fatale scoperta, il dolore, la gelosia, la collera, tutte le furiose passioni, ond’ ella gli lacera 1’ anima, sono dall’ attore sì al vivo e con tal arte d’ azione e di canto dipinte, nell’ aria e nel duetto con la donna, da rimanerne agitati, commossi. Non solo il suo gesto è eloquente, ma grazioso ; squisiti, perfetti, toccanti i suoi modi ; e il pubblico non si stanca di dimostrargliene, ogni sera, la sua ammirazione, ogni sera ne domanda, vorrebbe udire di que’ pezzi la replica. Alla Brambilla si possono invidiare due cose : quella perizia finissima, che la colloca tra le migliori cantanti, e il coraggio con cui ella, in leggierissimo abitino di estate, nuda il collo e nuda le braccia, affrontava ne’ giorni scorsi quel tantino di sizza, vulgo zanuco, che assiderava, sotto a’ mantelli, le genti. Del resto, la Brambilla, che canta come dalle più non si canta, fu a parte col Ronconi nell’effetto di quel duetto, ebbe particolari applausi nella sua aria; insomma, venendo all’Apollo, non discese, innalzò piuttosto il teatro, e può esclamare a buon dritto: Home ri est plus dans Rome : elle est tonte oùje sa x !