267 grande di prima; la Ristori, con quella bella voce, con quella bella pronunzia, con quella bella persona ; che recitò sere fa la Francesca da Rimimi, come non fu mai recitata ! Nessuna dà al verso più nobile spicco, nessuna s’ accende a più viva passione ; ed ella trasse lagrime vere da dolor finto ! Nel Rossi, attore giovanissimo, e che non ci ricorda d’aver udito altra fiata, si vede la scuola del Modena, il Roscio, il caposcuola de’ nostri di ; e lo scolaro, nella produzione testò mentovata, eguagliò il maestro : l’atto terzo, per lui produsse un effetto, che mai il maggiore. A queste condizioni si può permettere e condonar loro se cominciarono, teatralmente parlando, con una anticaglia. Quest’ anticaglia acquistò fregio di novità dalla perfezione dell’ artifizio ; il quale fu cosa, non pur nuova, ma singolare. Il Rossi possiede, una certa sua naturalezza dignitosa ; modi, nella commedia, garbati ; un fare, in tutto, e nella voce e nel gesto e nel portamento, simpatico, che si lega 1’ ascoltatore. F. il Bellotti Bon ? Questo ingegnoso, vivace, lepidissimo attore, che imita così felicemente i giovani avventati, e non ha, in queste parti, rivali, è da un pezzo noto e carissimo alle