211 colo e nial fatto, non si arriva a comprendere com’ ei producesse effetti sì enormi e mostruosi, da mettere in ¡scompiglio un intero reame. Forse più gioverebbe al maraviglioso lasciare alla immaginazione dello spettatore il figurarselo, e farlo uccidere da Atalanta e Moleagro fra le scene, studiando invece un po’ meglio la imitazione di quella spoglia, che, qual è sull’ asta, si prenderebbe propriamente per altra cosa. Ma, comunque il fatto e la belva sieno, la comunanza de’ pericoli e del trionfo accende 1’ uno dell’ altro Meleagro e Atalanta, benché questi sia promesso ad una sposa, la povera Cleopatra, la quale ben può avere per lei tutta la ragione e il diritto, ma non sarà chi non le dia torto, in confronto di quell’ amabile e graziosa guerriera, così coni’ è dalla Fuoco rappresentata. Le feste per la ñera vinta e trucidata, le scene della doppia gelosia e degli emuli invidiosi contro il caeciator fortunato, « dell’ amante tradita verso colei ; il dolore e le furie di Altea, quella madre snaturata, la quale, più che 1’ amore del tìglio, sente quel de’ fratelli ; la desolazione, le allegrezze del popolo e de’ guerrieri, nella varia vicenda delle