278 tacolo appunto si tratta : gentile spettacolo, e tutto veneziano ; d’ una serenata, anzi d’una vera accademia musicale, data sopr’ un teatro unico al mondo ; quel teatro magnifico, che ha nome il Canalazzo, e si distende dalla punta di Canaregio alla punta della Salute: in cui avete per sopraccielo il cielo medesimo ; per logge i sontuosi palazzi, piantati da’ già so-» vrani del mare, architettati da’ già sovrani dell’ arte ; per loggione il gran Ponte, mole cospicua, sola degna di posare su tali sponde : dove la platea è il salso flutto, lo scanno la bruna gondola, che mollemente vi culla, mentre la frese’ aura notturna, portandovi all’ orecchio il suono delle voci e degli strumenti, vi tempera insieme, quanto può, gli ardori della canicola e 1’ afa. Il divertimento fu ideato dagli egregii nostri dilettanti, i sigg. Barbatemi, Zen e Marchand ; e, a renderlo compiuto, e’ richiesero di farsi loro compagna 1’ esimia artista, la sig.» Zecchinì-Dabalà, la quale di buon grado tenne l’invito, poiché dal valore non va mai disgiunta la cortesia. Il lieto convoglio mosse dalla lontana S. Chiara, ed annunziò la serenata nel punto stesso d’incominciarla,