124 doveva avere il bando pur dalla pittura ; e il Moia fu felicemente ispirato, poiché, in luogo di quegli eterni rebrn allegorici e mitologici, che avevano uopo di dichiarazioni e commenti, e poco parlavano all’ immaginazione, ci rallegrò la vista con una rappresentazione piacevole, e che a primo sguardo ognuno comprende. Il quadro, poiché il dipinto è di così finito lavoro, che non abbiamo coraggio di chiamarlo sipario, il quadro figura una festa campestre, una fiera spagnuola. Si potrebbe domandare perchè il Moia andasse a pigliarla così da lontano, e non ideasse piuttosto qualche cosa, che più da vicin ci toccasse. Se non che, questi sono capricci della fantasia, e non c’ è da discorrere. Il fatto è che il luogo, quanto ad arte, non poteva essere scelto più opportunamente ; il paese è leggiadrissimo, infinite e magistralmente toccate le macchiette, vari! e immaginosi i gruppi. Graziosissimo è, tra gli altri, quello, che domina il mezzo, e finge una signora portata in lettiga, e che riceve allo sportello gli omaggi d’ un amoroso idalgo,, in atto di fare la sua riverenza. L’ effetto prospettico è, pari al rimanente, industriosissimo, ed ha in i specie a destra di chi guarda un