135 uè più viva espressione. La Ortolani è a bellissima scuola educata, canta con purezza di modi, e tutti i più bei motivi dell’ opera ebbero da lei il più conveniente risalto. Nel Nabucco, il Guicciardi non ci pare nella propria sua beva. Non eh’ ei non ci si mostri quell’ otti ino attore e cantante, eh’ altrove il dicemmo ; ma egli vi fa minore comparsa. Nondimeno, e nell’ aria della seconda parte, e nel duetto della terza, e nell’ altra aria della quarta, egli ebbe momenti felicissimi per 1’ uno e 1’ altro talento, e 1’ interruppero vivi applausi ad alcune facili e perfette sue modulazioni. Tra queste due novità, 1’ Elisir e il Nabucco, ci fu anche mercordl scorso la serata del Borri, in cui, quasi che non ci si ballasse abbastanza, al graziosissimo ballo della Kattì si aggiunsero altre danze : onde non sappiamo come quelle povere genti si tengano in piedi, cosi elle affaticano. I pezzi aggiunti sono il meglio de’ ballabili del Faust : qnello de’ zini/ani, il gran passo a cinque d’ affascinamento, ed una tarantella, danzata con tanto gusto e buon garbo, che s’ ebbe fin cuore di farla ripetere. Il merito, la bravura, in verità, è qual-