71 non si comprendono a prima giunta : e’ bisogna studiarli ; e pensa, ripensa, si possono alfine indovinare. Lo spirito allaga, straripa nelle sue relazioni teatrali ; e quando p. e. ei vi narra 1’ argomento d’ una commedia o d’ un dramma, e 1’ affoga con tante allusioni e parentesi, che s’addensano, s’incartocciano 1’ una dentro del-1’ altra ; colloca, e mesce sì opportunamente le sue osservazioni, eh’ io sfido il diacine a tenergli dietro ed intenderlo. E uno spirito, che, se non inebbria, confonde, e ad averne idee nette, bisogna leggere i suoi articoli, con quelli di Teofilo Gauthier, di P. A.. Fiorentino od altri. Quand’egli fa spirito e’ mi dà 1’ aria d’un uomo, che danza sulla corda o su’ trampoli, il quale è sempre in procinto di cadere e ammazzarsi. Però, se pilo mettersi in dubbio il suo brio, certo la sua erudizione ò fuor di contrasto. Da qualche tempo in qua ei s’invaghì delle citazioni, e non iscrive due righe senza infiorarle d’ un verso, d’ una sentenza latina e fino di testi de’ Santi Padri. Ei vi dirà p. e. partì, abiit ; morì, decessit ; poiché spesso le sue citazioni non hanno più valore o necessità delle soprallegate. Questo pregio mancava al suo stile ; ei volle esser anche pedante. Ma non